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Vega’s

Le storie del rock non sono tutte uguali.

Le storie delle band, spesso, non si assomigliano.

Quella dei Vega’s (la s e l’apostrofo sono una storia lunga, ma il nome arriva da una stella, la più luminosa) è fatta di salite e discese, come accade a tutti, ma ha un buco al centro che significa vita, morte, rinascita.

Cristiana Colangelo, Stefano Valeri e Marcello Prosperococco, sono loro l’asse portante della band, il motore.

C’è, però, altro da raccontare, prima di arrivare ai giorni nostri.

Si parte da L’Aquila, fuori dalle rotte dell’indie italiano, con coraggio e determinazione.

È il 2001, si battono tutti i festival possibili, si aprono i concerti di band famose, ci si intrufola in tante radio del centro Italia, si arriva anche a Radio Rai Uno.

Poi si rimbalza negli studi TV di Red Ronnie e nel Tim Tour.

Tanti consensi e un punto a capo.

Dalle selezioni regionali di Arezzo Wave, conquistate, inizia ad aleggiare la speranza di un primo disco, che in effetti arriva nel giugno del 2004, prodotto da dj Ninfa e da Ohm Guru.

Si intitola Popshock e viaggia tra pop ed elettronica.

Vengono poi scelti da Mtv come opening act band per il Coca–Cola Live Tour.

Cristiana collabora con due dj piemontesi, i Feel Good Productions, ma non molla mai la band (al cui organico si unisce il bassista Francesco Scaricamazza), anzi, la prende per mano e la porta fino al palco del Concertone del Primo Maggio, edizione 2007, raggiunto grazie alla rassegna Primo Maggio tutto l’anno.

Tutto pronto per cercare strade belle, larghe, ricche di promesse.

Di solito va così quando si è costruito tanto (anche accanto a Paolo Benvegnù, insieme al quale nel 2008 il gruppo aquilano realizza un demo autoprodotto che, però, non vedrà mai la luce).

Le storie delle band non sono tutte uguali, si diceva.

A L’Aquila la notte del 6 aprile 2009 la terra trema e si porta via vite e sogni di tanta gente.

Di nuovo una salita.

Un altro punto a capo per i Vega’s.

Arriva altra musica, musica necessaria.

Da una collaborazione con Giuliano Sangiorgi del MEI, con i fratelli Bigazzi e con l’attore Alessandro Benvenuti nasce Decidilo tu, un brano corale a cui partecipano anche altri artisti della scena indipendente italiana e che dà vita a Indipendenti per l’Abruzzo, un progetto per “ricominciare”, grazie al quale viene allestita una sala prove nella loro città.

I Vega’s sono instancabili.

Partecipano attivamente, come compositori della colonna sonora e come co-protagonisti, al film documentario L’Aquila bella mé, lavoro collettivo di cineasti aquilani affiancati da Valerio Mastandrea e Daniele Vicari (regista che in passato aveva già scelto un brano dei Vega’s per un suo film), presentato al Roma Film Festival.

Vivere in una città ferita però non è facile, e le attività del quartetto mettono in conto una pausa.

Il gruppo allenta le proprie maglie e ognuno dei componenti cerca “casa” altrove.

Ognuno prende una strada diversa.

Cristiana sceglie Londra, dove – dice lei – «mi sento come a casa, respiro musica a pieni polmoni, la musica con cui mi sono formata e che mi spinge ad andare avanti verso il futuro, con la mia band».

Fino ai mesi a cavallo tra il 2011 e il 2012, quando un sentimento forte preme e la voglia di riannodare i fili col passato torna irrefrenabile.

L’incontro con il produttore Piero Fabrizi (a lungo con Fiorella Mannoia, anche come autore) fa nascere nuove canzoni e suggerisce il recupero di ciò che era rimasto incompiuto.

Tutto porta all’intesa tra Fabrizi e la Route 61.

Un nuovo album torna ad essere la prospettiva, a 9 anni dal primo, senza voler considerare le tante collaborazioni di Cristiana, le serate dietro a un dj set, il cinema.

Sei le canzoni ultimate per Sotto la pelle.

I Vega’s (Cristiana, Stefano, Marcello e Francesco) vengono affiancati da Fabrizi, con le sue tante chitarre, e dalle tastiere di Giovanni Boscariol.

È un supporto di amicizia ed esperienza.

Sei canzoni che per i Vega’s valgono doppio.

È come se fossero dodici.

Come se questo EP fosse un concept-album.

E, a guardar bene, forse lo è.

Nell’estate 2013 i Vega’s cominciano nuovamente a calcare i palchi prendendo all’altra chitarra Daniele Millimaggi.

«Tenere in piedi una band per così tanto tempo, contro tutto e tutti, contro avversità, contro le debolezze e le incertezze tipiche dei musicisti è il vero lavoro duro», dice Cristiana, cantante, autrice delle musiche con i suoi compagni, e responsabile da sola dei testi che canta, «ci vuole forza ma anche le fragilità aiutano».

Un giorno in più è il singolo.

Parole di chi ha saputo attendere («un giorno in più, che cosa vuoi che sia»), ma anche versi che riflettono un amore sfumato, love song cantabile e acida al tempo stesso.

La protagonista fissa il cielo, si è messa alle spalle qualcosa di importante, ma guarda avanti, amante delle prospettive e degli spazi.

«Sono distesa e trattengo il fiato per guardare il cielo», canta il ritornello.

«Scambio la notte per il giorno, sin da bambina (questa mia caratteristica un’amica tatuatrice, a suo modo, me l’ha lasciata indelebile sul braccio destro) ed è proprio di notte che amo guardare il cielo della mia città. E rifletto, immagino, ricordo».

I Vega’s sono tutto questo: nostalgia e forza, struggimento ed energia.

Frequentare le loro canzoni può servire a conoscerli meglio e a capire perché le storie non sono tutte uguali.

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